Nel
merito il provvedimento del c.d. “split payment” va certamente migliorato (ad
esempio con integrazioni al D.Lgs n. 175/2014), in
modo tale da venir incontro alle esigenze delle imprese che non possono
permettersi di ritardare i pagamenti ai propri subfornitori. Con il
provvedimento citato, infatti, il Comune committente paga all’impresa
fornitrice l’imponibile, mentre versa l’IVA dovuta alla fornitrice stessa direttamente
allo Stato. generando difficoltà – minor
flusso di cassa - per coloro che
lavorano almeno in parte per il pubblico e ritardi nei rimborsi dell’IVA a
credito, che viene corrisposta con i notoriamente lunghi tempi ministeriali.
Quello
che non si può accettare – e da cui come
gruppo consiliare prendiamo nettamente le distanze - è che un Sindaco, rappresentante locale della
comunità ed ufficiale del Governo in materie quali la sicurezza pubblica,
offenda con l’aggettivo “mafioso” le istituzioni complessivamente intese senza
limitarsi a criticare un determinato provvedimento o esponente politico. Chi
dice che le imprese sono “impiccate da
uno Stato mafioso” offende non tanto e non solo gli esponenti del Governo e
Parlamento in carica, ma tutti coloro che, quotidianamente ed onestamente,
lavorano per lo Stato tutelando e rafforzando la nostra sicurezza (forze di polizia), la nostra
salute (medici) e i nostri valori culturali (insegnanti). Il diritto di critica
sancito nella nostra Costituzione non può assolutamente spingersi a tal punto
da offendere pesantemente e in modo generico le Istituzioni, paragonando lo Stato nel suo
complesso ad un'organizzazione criminale. Al di là dei possibili risvolti penali delle
dichiarazioni del primo cittadino, su cui non spetta a noi pronunciarci,
stavolta certamente si è passato il segno.
Se il Sindaco disprezza così tanto
le Istituzioni, faccia un primo atto concreto: dia il buon esempio rinunciando
al suo stipendio pubblico per devolverlo alle necessità della sua comunità.
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